mercoledì 21 luglio 2010

Metamorfosi ciclopodistica

- Scusi, mi sa indicare la strada per il paese dove c'è la corsa podistica?
- Cosa?
L'anziana donna, ferma allo stop a cavallo della sua bici, rimane perplessa.
- Non ricordo il nome del paese, so solo che è qui vicino e che c'è una bella sagra.
- Ah, mò allora è Polesine. Sei dell'orchestra?
- Sì, cioè no, insomma da che parte?

La trasferta comincia così e finisce con il Zumpappàzum.......GIROOOOOOO.......Zumpappàzum. Tutto il paese in piazza per la sagra è uno spettacolo che non ho mai visto dalle mie parti.
La città è diversa, fredda, timorosa, chiusa, perfino tetra. Questo è un altro mondo, c'è il profumo del fieno appena tagliato ed il mais che sorride ai generosi getti d'acqua che se ne prendono cura. Perfino l'odore della merda che senza risparmio si diffonde nell'aria ha un sapore amichevole.
Anch'io sono differente dall'ultima volta che ci sono venuto. Ho perso per strada qualche chilo, sono più tonico e matematicamente posso affermare che la proiezione delle spalle verso il terreno finalmente non interseca più il culo. Se stasera mi vedesse la mia Barista Preferita incrociando le dita dietro alla schiena esclamerebbe: "Perfetto!".

Vabbè, resto una lumaca, ma correre con 33° è davvero un'impresa. Mi fermo ai due ristori e prendo l'acqua dalle tinozze che qualche famiglia caritatevole ha predisposto lungo il percorso. Scaccio il demone che per tre volte mi tenta lusingandomi con la sensazione di pace che solo il cammino sarebbe in grado di trasmettere.
Chiudo i 10,2 km in 58:17, qualcuno potrebbe sorridere, ma per un essere ibrido in piena metamorfosi ciclopodistica è sicuramente un buon inizio.
Anzi, viste le disperate condizioni climatiche di stasera si tratta di un ottimo inizio.
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