giovedì 29 novembre 2012

Giacomo Giacomo

Ho una corsia tutta per me, cose che capitano alle nove di sera.
Vabbé a parte quel tizio stanziale che rimane impalato per almeno dieci minuti nel punto di virata.
Poi lo vedo sul fondo della vasca nuotare in apnea, ma la sua rana non é redditizia. Vira sott'acqua, ancora qualche metro e poi riemerge come un bufalo inferocito.
Anche i dilettanti possiedono l'istinto di sopravvivenza.
Non dico che mi rallenti, ma per la prima volta mi accorgo che il pull-buoy di certo non mi fa andare più veloce. Alla quarantanovesima virata apro il file con le proiezioni cronometriche ed il galleggiante vola sulla terra ferma.
Le ultime dieci vasche saranno "nature". A tutta, ovviamente.
Rovistando nell'altro file, quello della tecnica, capisco che le poche lezioni fatte col Coach Giacomo mi consentono di distendere la bracciata mentre le gambe bilanciano la rotazione del corpo.
E quando dopo millecinquecento metri chiusi in 31'59" prendo la via della doccia, le gambe non fanno nemmeno Giacomo Giacomo.
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