domenica 2 giugno 2013

Le cronache di Narnia

Vabé, volevo tirarmela fino a domani, complice anche l'intervallo filosofico del precedente post.
Ma il "Riesling Italian", pregiato bianco romeno con cui ho salutato il salto nel buio della triplice disciplina, impone ritmi serrati e caratteri neri su foglio bianco.
Mica significati intrinseci da ricercare nei labirinti delle interlinee.
La partenza non avviene tutti insieme come nelle corse podistiche o nel ciclismo. No, vai con le batterie.
Per primi partono quelli che si giocano la gara e poi via via tutti gli altri.
Insomma inutile fare dello spirito, io sono nell'ultima batteria. Corsia 7, quella dei peones.
In corsia siamo in 9, sembra di essere in una affollata via di Shanghai.
Siamo così scarsi che sono il primo ad uscire dalla vasca (della corsia). Crono 15'06".
Sono stato in scia per tutto il tempo ed esco per nulla affaticato. Sono certo di poter fare molto meglio.
Ci metto una vita per prendere l'assetto da ciclista, ma pedalo subito ampiamente over 30/kmh.
Ma il buco con quel gruppetto che ho là davanti non riesco a chiuderlo. Non mi pare vero quando un fisico ciclistico mi supera per tentare l'inseguimento. Certamente é più maturo di me.
Certamente non mollerò la sua ruota.
Dopo l'aggancio è sempre lui a forzare. Nessun cambio. Il vento ci soffia contro e l'amico si squaglia.
Nessuno dei baldi giovani ha il coraggio di sfidare il vento.
Ci penso io, fanculo. Sono qua per vincere me stesso, mica per gareggiare con questi sconosciuti.
Affianco il tipo e gli grido che é un generoso.
Sorride, ringrazia, si accoda. Mi sento forte, sono un Tebaldino io.
Al minuto 56 sono con le scarpe da corsa ai piedi. E' in questo momento che capisco di essere nel pieno della tragedia.
Vuoi vedere che quegli straccioni di succhiaruote avevano le loro buone ragioni?
Mi trascino fino al traguardo nella frazione più difficile. Aggiungi il sole delle due del pomeriggio ed il fondo composto da campi e qualche sentiero. Nessuna spinta elastica, nemmeno per quel ciccione che mi svernicia all'ultimo km.
Stoppo il crono dopo 1h27'41".
Se migliorassi fondo e corsa sarebbero cazzi...

5 commenti:

  1. Risposte
    1. solo perché non hai visto la classifica...

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    2. Nello sport professionistico tutti si allenano e fanno il massimo per ottenere di più da sè stessi. Il più forte, quello che sa soffrire di più, è quello che vince (lasciando perdere il doping).
      La stessa regola non vale nello sport amatoriale, dove l'impiegato che fa sport per passione si scontra con gente che mangia, dorme, si allena e fa la stessa identica vita dei professionisti, anche se pochi lo ammettono.
      Per questo sono fermamente e razionalmente convinto che in questo ambito i veri eroi non sono quelli che vincono, ma quelli che arrivano ultimi.

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  2. Doveroso esser sua gesta bardo
    del nostro Bradipo capogagliardo,
    sceso in lizza in ardua tria-agone
    sii Ei far dignitoso figurone,
    s'acclami or qualch'altra si ordalia
    onorato scudiero tergo sua scia,
    e sian queste nuove dure imprese
    d'alta percentual salita scoscese.

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    1. Glande lode della quale ringrazio.
      Forse eccessiva per un ormai ex triatleta.

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