domenica 30 giugno 2013

Uomo in lago

Quando ti consegnano una boa che si sgonfia nel giro di pochi minuti, bisogna avere l'umiltà di cogliere un chiaro ed inequivocabile segnale.
Quando l'organizzazione ti obbliga all'uso della muta perché la temperatura dell'acqua non arriva a 17°, bisogna avere l'umiltà di cogliere lo stesso segnale di prima.
Quando l'ultima nuotata in un lago l'hai fatta da ragazzino con la mano del papà che ti sorreggeva, dovrebbero iniettarti una sostanza che impedisca ad un cervello adulto di elaborare l'idea di partecipare ad una gara in acque libere.
La mia muta é smanicata.
Nuova. Mai nemmeno provata per la paura di accorgermi che l'ho acquistata di due taglie in meno.
Tanto si sa che il neoprene é un materiale elastico.
Ed é altrettanto risaputo che prima o poi i limoni faranno effetto.
L'impatto con l'acqua é terrificante. Mi sento come un esquimese che sta affondando le braccia sotto allo strato di ghiaccio per pescare le allodole.
Ma non sarà il freddo a farmi temere di non tornare mai più a riva.
Subito mi sembra di andare facile, seguo le boe arancioni. Complice la profondità delle acque ben presto diventa tutto nero. Tampino quello davanti accorgendomi in ritardo che mi sta portando fuori rotta.
Non riesco a scorgere le boe che segnalano il percorso. Mi fermo.
Riparto per fermarmi subito dopo. La sensazione é di nuotare senza meta. Mi convinco di avere il collo troppo corto per nuotare con la testa a pelo d'acqua.
Mi fermo di nuovo, giusto il tempo per il primo crampo al bicipite femorale.
Tengo le gambe immobili ed avanzo di potenza. Fiato e forza non mi mancano.
Ma appena mi fermo parte un crampo all'altro bicipite. Vorrei salire su una barca e mandare tutti affanculo.
Ho la sensazione di essermi perso, finché non vedo un piccolo gruppetto di boe arancioni.
Tento l'aggancio. Ovviamente senza riuscirci visto che le pale posteriori sono immobili ed avanzo solo di remi. Non so come ho fatto ma alla fine finalmente mi spiaggio.
Sono disintegrato.
Mi alzo in piedi per uscire dall'inferno. Stavolta il crampo parte al quadricipite.
Una mano pietosa mi aiuta ad uscire.
Riuscirò a togliere la muta solo dopo una ventina di minuti perché ad ogni movimento corrisponde una dolorosissima contrazione muscolare.
Passata la buriana mi rifocillano con uno squisito spiedo bresciano. Salame, polenta e vin de quel bon completano la rissurezione.
D'ora in avanti dovrò solo tenere a mente che nemmeno il Cristo ce l'ha fatta più di una volta a rinascere.


Ridi, ridi. Tra poco te ne accorgerai.

Poche bracciate e già avevo perso la bussola

Fine gara: il bagnino mi punta vedendo che anziché risalire mi dirigo verso il largo

"Cazzo tiri? Non riesco a camminare....go crampi dapartuto"

6 commenti:

  1. ti vedo un filo disorientato ma ribadisco il concetto, qui sul tuo blog, specie dopo aver seguito in diretta i cazzari a klagenfurt: per voi leoni cmq vada è standing ovation....

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    1. Sono sopravvissuto pensando al blog.
      Giuro che ho avuto paura perché là in mezzo al lago non vedevo niente, nemmeno le barche di salvataggio che pure non mancavano.
      Volevo gridare "AIUTO: UOMO IN LAGO.....". Ed intanto il post cominciava a farsi spazio nell'encefalo.
      Non credo valga per i super atleti (adeguatamente preparati) di Klagenfurt, ma nel mio caso temo si tratti di qualcosa di patologico. Oh, gli spiedi bresciani sono una cosa favolosa: non dimenticarlo nel caso andassi a curarti la sciatica da quelle parti ;)

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  2. Ringrazio tre persone per l'aiuto che m'è stato dato,
    i loro KARMA.
    1) Mio nonno, all'inizio mi sentivo una merda rammentai il suo detto:- Quando ti senti una merda voltati ne vedrai una marea.
    2) Brady, nei momenti più duri lo vedevo urlarmi:-Su col cul, ciccione.
    3)Me stesso:- Resisto come il cuoio oppur muoio.
    Sono una vecchia pellaccia, adiposa corposa ma dura.
    C'è l'ho fatta, ho la foto della cima Coppi e tanto di attestato.

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    1. L'mpresa merita rispetto perché, oltre al valore oggettivo, é stata conquistata in sella ad una bici con rapporti da velocista.
      Attendo la foto del tuo volto tumefatto.

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  3. Certo che il Nafta non ha sofferto molto per l'amico che lo stava lasciando...

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  4. Sei il solito minimalista, la tua diffilcoltà è dovuta solo che non avevi le scarpette per i sassi lacustri del fondo, dall'altra un sireno ha la coda non i piedi.

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