sabato 6 luglio 2013

Il peso del cognome

Troppo veloci. Troppo veloci. Cazzo!
Ho il cuore in gola. Pluff.....buco la ruota posteriore. Dio esiste.
Tutto quello che devo fare é passare la camera d'aria e la bomboletta a Claudio. Stefano sorregge la bici.
Per tre minuti mi sento il Capitano dello Squadrone.
Io il pilota, loro i gregari.
Alla fine della Pissarota trovo la Squadra schierata: mi stavano aspettando.
Mi viene da piangere.
Pantesando come un novantenne vissuto consumando sigari, giuro che il mio viaggio termina lì.
Quello che avevo ormai era stato speso.
Ciao ciao con la manina e rassicuro tutti sulle mie condizioni psichiche.
Gobbo so pare, gobba so mare,
gobba la fia e la sorella,
era gobba anca quella,
la fameia dei gobbon.
La filastrocca mi inebria il cervello.
Penetra le meningi rimbombando fin quasi al dolore.
Ora capisco.
E' la storia di ognuno di noi, il filo indelebile che unisce il padre al figlio.
Comprendo il peso di un simile cognome.
IRON...
Rigetto il turn around e piego a destra, direzione Roverè.
Fanculo, proseguo fino a Velo.
E avanti in quel di Boscochiesanuova.
Mi fiondo in discesa sentendo sulla pelle l'aria riscaldarsi mentre la Lessinia diventa una cartolina dietro alle mie spalle.
E godo fino in fondo il mio stare bene.

1 commento:

  1. La Nafta Team t'accoglie a braccia aperte, solo non pretendere altro.

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