Fra i campi del Cason

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Nafta  22.XII.2013 ore 14:32

Pantesa con il solito lamento,
paragonandosi a un escremento,
scaltro sa aspettar il giusto momento.
Ecco la sua psicologia sportiva,
ti fa creder che là lui non arriva,
ingrana quando la gara s'apriva,
appen si scalda la competizione,
vien fuor il cuor del triatleta marpione,
e faccio la figura del coglione.

Debbo riconoscergli l'onestà intellettuale di aver ammesso la sonora sconfitta patita stamattina.

Così come corrisponde al vero la mia consueta filosofia escrementizia:

- Varda che mi son na merda. No rivo gnanca in fondo....

E mentre argomento le appena citate affermazioni, invero ben pochi potrebbero dissentirne, dispongo il padiglione auricolare come la parabola di un radar, pronto a ricevere il benché minimo segnale di affaticamento dell'avversario.

Con malcelata maestria lascio che il processo di cottura venga accelerato dal fluente chiacchiericcio Naftiano. 

Mi limito a rispondere con dei monosillabi, perfino quando mi indica una parure in oro 18 carati, ben esposta nel preciso spazio che va dalla schiena alle gambe di quella runner che non si decide a sorpassare.

"Gioiellino", la definisce il Nafta.

Quando dall'auscultazione polmonare percepisco che i suoi Hz respiratori aumentano, si innesca in me una sorta di reazione chimica. Allungo, come e quanto posso s'intende, quel poco che basta per mostrargli il mio di culo. 

Non sarà come "Gioiellino", ma vuoi mettere la soddisfazione....