giovedì 17 luglio 2014

Elogio scurrile



Me le racconto talmente grosse che non riesco nemmeno a credermi. Una volta per questo, un'altra per quell'altro, fatto sta che c'é sempre una buona ragione per evitare di fare qualcosa. E finisci nella via letale della paranoia.
Voglia esagerata di nuotare nelle libere acque lacustri e scuse turche per convincermi che la settimana giusta é sempre la prossima.
Il Nafta no, quello la capacità di sintesi non sa neanche cosa sia. E parla, parla, parla....due coglioni. Cioè, lasciamo perdere il Nafta che c'entra niente, é che cercando un paragone efficace, semplice e sintetico per definire il travaglio interiore, direi che é come rinunciare a pulire il cesso perché tanto dopo devi cagarci dentro.
Oh, ma dov'é il fondo del lago? Lì é tutto un black power da paura. Si vede un cazzo.
So solo che sono così distante dalla riva che se mi viene da grattarmi il culo rischio di affogare.
Partiamo in tanti ma ben presto mi ritrovo solo, o almeno tale mi sento. Un pesce sega solingo con gli occhialini graduati, almeno che capisca da che parte è la spiaggia.
Al ritorno festeggio con due hamburger di soia. Le papille gustative si avviliscono credendo d'un tratto d'aver perso la ragione. Una sorta di daltonismo gustativo, un male nuovo. Sconosciuto.
Aggiungo salsa messicana, senape, due pizzichi di vaffanculo e pace é fatta.

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