sabato 26 giugno 2010

Saturday Morning Fever


Combattuto tra l'andare con gli indemoniati o scegliere un solitario e più tranquillo giro ciclistico, opto per la prima delle possibilità.
So cosa mi aspetta: Saturday Morning Fever.
Appena la strada s'impenna mi sfilo dai ciclisti e chiudo la tradotta militare.
Dovrei portarmi un cartello "Fine colonna" e non a caso definisco loro ciclisti, perché io di certo non lo sono.
Sono un infiltrato, un imbroglione, uno che finge di essere quello che non è.
Sono un impostore.
A Fosse insceno due capricci e saluto la compagnia.
Riccardo decide che sarà lui ad immolarsi acompagnandomi lungo le rampe che salgono al Corno d'Aquilio.
Rinuncio ai miei propositi, voglio provarci, per Dio!
Quando giungo al passo sono sfinito. Gli altri mi stanno aspettando da una decina di minuti.
- Ecco gli ultimi, ora che ci siamo tutti possiamo ripartire
Ma come, cazzo, sono appena arrivato! Non c'é tempo per rifiatare e giù a capofitto per una stradina che sconfina in Trentino, da poco asfaltata.
Passo delle Fittanze, Erbezzo e lì ci dividiamo perché i demoni non ne hanno ancora abbastanza.
Insieme ad altri due compagni scendo con la velocità delle nuvole che minacciosamente ci intimano di lasciare le montagne.
Nel falsopiano finale, da Stallavena a Porta Vescovo, tiriamo come forsennati ed io mi riscopro davanti ai 44 all'ora.
- E' alla fine del giro che emergono i passisti
"E' la forza della disperazione" sussurro con un filo di voce
...

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