sabato 23 luglio 2011

Una crono per la storia

Non lo so se la sfortuna esista davvero. So solo che io non voglio crederci. E basta.
Le cose accadono perché é scritto così. E quasi sempre siamo noi stessi a tracciare la rotta inzuppando con l'inchiostro delle nostre parole le pagine bianche del libro della vita.
Per decidere questo Tour non sono servite le Alpi e nemmeno le salite dei Pirenei.
E allora sarà la cronometro di Grenoble a scegliere il Dio della Pedivella.......là, dove le Grandi Montagne non hanno potuto. O forse solamente non hanno saputo.
Gli occhi lucidi dell'australiano che oggi ha scritto la storia.
Perché in questa specialità la squadra non conta.
Non si sfruttano le scie. Non c'é possibilità di barare. E non bastano le gambe, ci vuole la testa.
Bisogna educare il corpo alla sofferenza, i muscoli devono razionare l'ossigeno e spalare l'acido lattico.
Due giri per carburare, uno veloce per sentirmi vivo.
Di nuovo due per recuperare. Sono in affanno, ma il crono mi conforta e non posso non sorridere.
Volo nel sesto kilometro. Variazioni di ritmo per un pomeriggio di qualità.
Perché stasera apprezzo la vita, quella ricca di sorprese, quella che non ti aspetti, quella che hai sognato fin da quando eri ragazzo. Il settimo giro é quello dell'aereo che atterra. Accelerazione negativa.
E Cadel Evans sul gradino più alto del podio. Nessuno potrà più togliergli la maglia gialla.

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