mercoledì 22 febbraio 2012

Epica veneziana

Le gambe danzano rapide nel vortice della pedivella.
Gocce di sudore s'infrangono sul pavimento. Rigano il volto, pesanti come le lacrime d'amore.
Si riuniscono copiose a formare un mulinello prima che il presente scompaia per sempre nel passato.

Gianni Barbasa affronta il destino recitando a Venezia, nel concorso poetico che gli ha permesso di riscoprire se stesso. Nell'attesa di un resoconto auspicabilmente pubblicabile, il Poetasso ha lasciato una traccia dal sapore epico, che appare una dichiarazione di metaforica sottomissione all'amico di sempre:

Emular il Capo è impossibile
stravince ed è imbattibile,
in corsa ed in recitazione
con lui non v'è competizione,
al Festival Poesia ho osato
lui fu l'assente acclamato
destin del vincitor osannato.
[Gianni Barbasa]
...

1 commento:

  1. E'stato un Festival al ribasso
    poco il pubblico un colasso,
    salvato dai noi Poetassi
    siam stati tutti autentici assi,
    tre giustamente premiati
    tutti per ben acclamati.

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