Corro contro il destino. Corro incontro a me stesso.
Allungo la falcata al salire di quel dolore che da troppo tempo dimora nel mio piede.
Mi manca la polvere sotto alle scarpe. Mi mancano gli schizzi di fango sulle gambe. Mi manca il numero sulla maglietta.
Spoglio la mente da tutto quello che mi circonda. E spingo, spingo cercando quasi la rottura.
Sono saturo di tinte smorte, di grigi e di sfumature.
Dieci kilometri non li correvo da febbraio. Senza allenamento specifico, senza le gambe, solo con il cuore.
Chiudo in cinquantadue minuti.
Dieci chili di meno, moltiplicato due, diviso per quellarobalà, vorrebbero dire ampiamente sotto i cinque al chilometro.
Ora oltre a smettere di correre potrei anche desistere dal raccontarmi.
Ma scrivere é vita...
___
...era ora che ricominciassi a correre come si deve, Grande BradY!!!! E come diceva il saggio Califano "Tutto il resto è noia"...
RispondiEliminaA parte che ci sarebbe da ridire sulla saggezza di Califano, quello che stasera mi accomuna a lui é la passione per il canto.
EliminaSolo che io faccio la parte del cigno.
Cosa intendi per "diviso QUELLAROBALA'"?
RispondiEliminaLascia perdere Barbasa, la matematica non é mai stata il tuo forte.
Elimina