domenica 14 giugno 2015

Cronaca di una vittoria


I keniani provengono da un Pianeta lontano. Corrono sfiorando la terra.
Interpretano con leggiadria la Danza della Corsa.
Sono meno di sette kilometri, ma la gara è un piano inclinato. E questo non aiuta.
In salita perdo qualche metro. Stringo i denti. Nel tratto pianeggiante mi rifaccio sotto. Lo affianco.
Io non ho paura.
Il pubblico applaude ed urla il mio nome.
Chissà per quale motivo tutti noi siamo inclini nel tifare il più debole. Forse é il bisogno di credere nei miracoli. Una debolezza. O magari la salvezza oltre la morte.
Credere per sopravvivere.
La gola arsa. Mi manca il respiro.
Mancano meno di trecento metri e la strada scende in picchiata.
Pochi metri ci separano dalla gloria. Siamo fianco a fianco.
Io ed il keniano, protagonisti di un duello all'ultimo sangue.
Penso a mio padre. Ai valori di lealtà che mi ha trasmesso.
Ma anche a quel carattere mai domo...chè tanto i morti i se porta via quando ie fredi.
Sporgo il busto in avanti, quasi a gettarmi sulla linea del traguardo.
Ho vinto!
Alzo le braccia al cielo chinando il capo in segno di rispetto, mentre con la mano disegno il segno della croce.
 
Lo racconterò ai miei figli mostrandogli con orgoglio il cartellino di primo classificato.
Non sapranno mai che il loro papà è stato il più forte atleta virtuale nella storia del web.

1 commento:

  1. Qualcun ha detto fusilli al gorgonzola, grazie ma non vengo a pranzo.

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