domenica 11 ottobre 2015

10 km di Bardolino

La runner vicentina, con il nome Chiara sbandierato sulla canotta, in discesa mi sorpassa a velocità doppia urlandomi di lasciare andare le gambe.
Maledetta la volta che l'ho incoraggiata sull'altro versante della collina, quando la strada si inerpicava per l'ultimo spartiacque.
- Non posso lasciarle andare
- Perché?
- Cazzo, il busto non riesce a seguirle e rimane indietro.
E poi è ancora lunga, dopo la discesa ci saranno gli ultimi tre interminabili chilometri di lungolago.
Fosse ancora vivo Fast Furia mi raccomanderebbe di risparmiare le gambe.
Fatto sta che la tipa è così distante da non riuscire più a leggere il nome stampato sulla schiena. Inserisco il pilota automatico e respiro a tutta bypassando le narici. Il piattone é una sofferenza, ma la responsabilità del pettorale mi consente di galoppare ampiamente oltre i miei ritmi abituali.
Riaggancio la vicentina lasciandola sul posto, mentre ingaggio un duello all'ultimo sangue con un atleta della locale Casa di Riposo.
Terzo tempo con i tifosi ciclisti veronesi, arrivati giusti in tempo per vedere gli addetti che smontavano il gonfiabile.

2 commenti:

  1. Tifosi della casa di riposo, of course.

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  2. Se vegnea Matteo me-par
    ghe podea ripensar,
    e se ghera el Gueriero
    alor vegneo davero.
    N.B.: Dispiase per sabato
    ma grasie per l'onor dato,
    alenarme con il squadrone
    mi, vecio fauno cialtrone,
    più non ghera da pagare
    ma solo tanto da pedalare

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