mercoledì 18 novembre 2009

Alle sei del pomeriggio

Il blog deforma la realtà, la modella assecondando la penna che lascia il segno indelebile sulle pagine caste.
Mi piace riflettermi nello spazio che considero tutto mio.
Mi racconto, mi confesso, ricamando l'orlo su un lenzuolo qualche volta sbiadito.
Gioco allegramente con le parole e mi diverto come non ho mai fatto prima.
Ma ho anche raccontato le mie dolorose pause oscurate da cupi pensieri che talvolta riaffiorano dall'angolino nel quale gli avevo dimenticati.
Uno specchio magico che spesso riesce a riflettere a colori un mondo condannato a restare in bianco e nero.
Un mondo virtuale dove sfuggo da beghe di condominio ed insulse discussioni di lavoro.
Le stesse cose le ho scritte ieri lasciandole in commento ad uno degli infiniti post che, come fiori nei campi o come merde di vacca nei prati a pascolo, spuntano dappertutto senza lasciarti il tempo di accorgertene:
"Sei del pomeriggio, finalmente vado fuori dalle balle.
Meccanicamente estraggo il badge.
Come un secondino all'uscita del carcere, il Biip elettronico mi riconsegna la mia anima.
La skoda mi accompagna al solito percorso, infilo le mutande da corsa e mi trasformo in BradypusRunner.
E poi, forse, tradurrò il sudore in parole e la fatica diverrà racconto.
Immerso in un mondo parallelo dove la fantasia fatalmente sovrasta la realtà...".

Non sia mai che qualcuno s'azzardi a tirarmi la giacca per ricordarmi che la mia vita termina alle sei del pomeriggio.

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