sabato 21 novembre 2009

Psicologia del raptus

Tutto è iniziato stamattina. Venti giorni che non tocco la bici, ora esco.
Poi rimando di mezzora. Un altro quarto d'ora. Vabbè dai.....ormai se ne riparlerà sabato prossimo.
Pomeriggio passato ad osservare la fauna che popola i supermercati.
Persone che lasciano i carrelli ovunque ignorando la presenza di chiunque altro.
Gente che guarda incantata le mele, accarezzandole una ad una nel vano tentativo di trovare quella contenente la perla.
Non c'è bigliettino elimina code che tenga, ci sarà sempre una signora convinta che tocchi prima a lei.
Torno a casa e guardo la posta, voglio capire dove e con chi andrò a correre domani.
Nel deserto del mio Outlook non ci sono oasi.
Non ho alternative, apro il frigo, impugno il coltello da cucina e squadro il salame:
- Vieni bello, tu stasera sarai mio.
Mi rendo conto di essere in preda ad un raptus, dopo due panini è la volta della marmellata, rigorosamente biologica.
E fanno tre. Innaffio le prede con vino rosso di qualità scadente.
Non ho tempo di andare troppo per il sottile, quello che conta adesso è la gradazione alcolica.
La parte più periferica del mio occhio è vigile e non si lascia sfuggire l'angolo lontano, quello con il bussolotto dei biscotti.
Adesso è il turno del latte. Sploff.........il livello del liquido si abbassa ed il biscotto si gonfia fino a piegare su se stesso.
E' questo il momento giusto: un attimo prima che sprofondi nell'abisso.
Bisogna essere abili, non è cosa da principianti.
Adesso sto vivendo un senso di gonfiore che si avvicina al profondo sentimento della nausea.
Mi viene da vomitare ma resisto, perché la pancia sazia mi dà quella gratificazione così ben descritta nei manuali di psicologia.
E se penso che domani il Veterinario mi ha invitato a pranzo........

1 commento:

  1. "ci sarà sempre una signora convinta che tocchi prima a lei"...quanto è vero :D

    RispondiElimina