venerdì 20 agosto 2010

Parole a perdere

Timido ritorno alla palestra per un allenamento stile fiction.
Qualche distensione dalla panca inclinata con il bilanciere, giusto per non lasciare che i pettorali si sentano trascurati da tutto questo ardore aerobico dal sapore d'agosto.

Concludo con i consueti allungamenti e........insomma e va bene così, anche se le parole non hanno un valore assoluto.
Ma come cazzo si fa a non capire che le parole vanno lette nel contesto in cui vengono pronunciate?! Se grido a Max Formichina "SEI UNA CAROGNA" dopo che mi ha sverniciato per l'ennesima volta a cento metri dall'arrivo, l'appellativo assume un significato di ammirazione, amichevole ed affettuoso. Se la stessa frase la riservassi ad una persona che maltratta un animale, sarebbe un modo per esprimere il mio odio nei confronti di un pezzo di merda.

E' la vecchia storia del coltello: lo posso usare per tagliare il pane o per uccidere.
Non è l'arnese in sé ad essere buono o cattivo, è l'uso che ne facciamo a determinarne la funzione.
Certo che le parole a volte possono ferire e fare male. Molto male.
...

4 commenti:

  1. Adesso anche Mi Chica mi prende per il culo :-)

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  2. Severino Boezio, scrittore latino, compose Il De consolatione philosophiae mentre era rinchiuso in carcere in attesa della pena capitale (tristemente avvenuta nell'anno 523 d.C.).
    "Memento mori".

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