Salita interminabile, sempre più ripida. Mano a mano che scaliamo l'erta é come se le scarpe si incollassero al terreno. Ci ritroviamo al passo nel tratto più infame.
Ma é quando il suo respiro diventa un rantolo che un sorriso appare ad illuminarmi il volto.
Dopo la discesa ci addentriamo nel bosco.
Corriamo su un tappeto d'autunno calpestando le foglie ingiallite dal tempo.
Posso contare i raggi di sole, quelli che riescono ad aprirsi un varco nella natura.
In estrema sintesi non si vede un cazzo.
Dopo il ristoro del km sette aumento il ritmo perché é solo con l'esempio che posso ricordare al Nafta di essere il suo Capitano. Finale in oltraggioso crescendo per questi bellissimi e sterratissimi 12 k collinari.
Occhio al crono per godermi il distacco, ma il Nafta non vuole saperne di arrivare.
- Brady, sono qua.
- Ma da dove arrivi Nafta? Hai sbagliato percorso...
- L'ho capito tardi e solo quando il tipo davanti a me si é calato le braghe.
...
Problema fu che mi portai appresso
RispondiEliminatanti a seguir un che andaa al cesso.
Speriamo fosse per bisogno corporale il calo di braga,non vorrei che il podista avesse assaggiato il micidiale destro del Barbasa!
RispondiEliminapar mi l ha visto cosa el gavea in mezzo ale braghete curte.....
RispondiEliminaLa storiella del podista intasato me l'ha raccontata il Nafta all'arrivo. Certo che da come stringeva le chiappe in salita qualche sospetto sulla versione fornita è sorto anche a me...
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