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domenica 19 febbraio 2012

Profeta in patria

Esco in terrazzo e risolvo il primo problema: tempo da braghe corte.
In realtà quello era il secondo problema, perché il primo nei giorni di gara é sempre lo stesso.
Una marea di gente zompetta intorno allo stadio, proprio a due passi dal loculo dove vivo. Meraviglia negli occhi dei vicini di casa che mi scoprono con il numero incollato sulla maglia. Come tutte le mattine loro si trovano lì per far cagare il cane, io invece semplicemente per rincorrere la gloria (che non é una podista con le chiappe da corsa).
Griglia rossa, griglia dei peones, quelli in fondo al carro bestiame. Quelli che partono un quarto d'ora dopo gli african. Forse é per questo che poi non riesco mai a rimontare...
- Toh, questa é bella. Ma da quando correte senza bicicletta?
I ciclisti del Tebaldi si sono messi in testa di fregarmi anche a piedi. Ma oggi sono in palla e saranno costretti a rimandare i loro minacciosi propositi.
Sul Ponte Navi incontro Fast Furia in abiti borghesi: "BRADYYYYYY".
Poco oltre, a Porta Vescovo, Mangiafuoco urla ammirazione per il suo Capitano.
La gara é ancora lunga e sono già preda dei primi dubbi, ma quando sul Ponte Nuovo rivedo nuovamente Fast Furia, capisco che non posso sputtanarmi mollando.
Che fatica sui sanpietrini, ma che soddisfazione correre in un percorso che trabocca di storia, chiudendo con il passaggio trionfale all'interno dell'Arena. Perché questa é la mia città!

1h53'14" - Nuovo primato mondiale
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domenica 22 gennaio 2012

Montefortiana

Due sforzi di vomito ed esco come un proiettile senza averla fatta. Il mio stomaco decreta che piuttosto di annusare quel concentrato di Seveso é meglio capitolare e pisciarsi nelle braghe. Il cesso chimico é un'invenzione perfezionabile.
D'altronde una corsa così popolata non l'avevo mai vista e convengo che sia decisamente impegnativo per gli organizzatori soddisfare le esigenze di diciottomila culi.
La Montefortiana in comune con le altre maratonine ha solamente i ventuno e rotti kilometri. Al quinto svolta a sinistra, la strada punta in alto verso il paradiso, ma per i peones ben presto si trasforma in un inferno.
Soffro come il Cireneo sotto il peso della croce. Cerco conforto nell'immagine riflessa dalla pozzanghera ghiacciata. Ahimè la visione del Centurione ha un significato chiaro: sono l'aguzzino di me stesso.
Tra salita al passo e timidi tentativi di qualcosa che assomiglia alla corsa, al decimo saluto l'inizio della lunga discesa dove recupero fiato ed energie. Nel finale supero parecchi corridori che cedono di schianto, perché Fast Furia non l'aveva detto mica a tutti che i su e giù finiscono solo al traguardo.
Per tutti un centrotavola ovale in vetro, consegnato all'interno di un cartoncino bianco.
La Signora prende il suo omaggio e, prima di scartarlo, velenosamente si rivolge al marito:
- Se é bello lo teniamo per noi, altrimenti lo diamo a tua madre.

2h06'37" - Brady esausto all'arrivo

Per me, questo qualche kilo lo nasconde...
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lunedì 26 dicembre 2011

Corsa dello spurgo

Mi racconta di aver scodellatato la prima a forma di arrosto. Nel bosco le pozzanghere diventano ghiaccio ed il cuore che pompa a mille per quelle salite velenose, di certo non favorisce la conversazione.
Basta una strizzata d'occhio per fargli capire che proseguirò la corsa in questa "Sgarmeta par lis culinis" di Cimano, a due passi da San Daniele del Friuli.
Tanto lui è molto più veloce di me, recupererà in fretta l'ulteriore pit stop e tra meno di un kilometro saremo di nuovo gomito a gomito.
Stavolta tarda un pochino.
Forse ha preteso troppo se é vero che per adeguarsi al clima natalizio la seconda l'ha modellata come un panettone. Non che io possa certificare il dato, per carità, ma quando il Freccia parla di merda bisogna credergli.
E' dispiaciuto per questa sua caratteristica, ma lo conforto spiegandogli che lui é un uomo fortunato. Perché il bilancio energetico, nella maggior parte della specie umana, viene salvaguardato limitando le entrate. Modalità che comporta sacrifici, attuata ricorrendo a dei severi rituali alimentari. A questo punto é chiaro che l'elevata densità di uscite garantita dal suo organismo, pone il Freccia in una situazione di privilegio.
La laboriosa enunciazione della teoria energetica impegna il mio potente elaboratore dati, così non mi passa nemmeno per la testa l'insano proposito di camminare sull'ennesima erta di questa bella e faticosa corsa di 13 km, che concludo con quasi dieci minuti di anticipo rispetto alla scorsa edizione.

 Sgarmeta par lis culinis, 13,3 km - Cimano [UD] - 1h20'51".
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domenica 11 dicembre 2011

Il gorgoglio dell'integratore

Volevo capire come mai la corsa di stamattina si chiamasse "Sui colli del Garda".
Per soddisfare la curiosità rinnego la marcia di Chievo, più volte corsa negli anni passati.
Salto sulla Skoda e di buon'ora imposto la rotta verso Ponti sul Mincio.
Il cielo, saldamente nei capricci di Zeus, é popolato di nuvole. Lungo il percorso Artemide, dea delle vergini e della caccia, improvvisa una scenata perché nel suo gruppo sportivo sono rimasti solo i cacciatori.
Con il miraggio della Montefortiana, m'avventuro in un lungo lento ricco di mangia e bevi che inaspriscono il coefficiente di difficoltà.

Glugluglu, gorgheggia l'integratore
che mi trasforma in un corridore

Faccio il pieno ai due ristori e come programmato la prendo con calma, anche perché più di così no ce n'ho.
Ultimi chilometri sulla ciclabile lungo il Mincio, lasciamo alle spalle la centrale termoelettrica di Salionze e ci avviamo verso l'ultima breve ma bestiale salitella della giornata.
Miracolo, continuo a correre senza che il pum...pum...del cuore cessi nemmeno per un minuto.
Deglutisco al ritiro della bottiglia di Chiaretto.
Perché lo sanno tutti che questo tipo di vino soffre l'invecchiamento...

17,05 km - 1h40'20", passo 5'53"/km
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domenica 4 dicembre 2011

Una vita nella Nebbia


L'odore della nebbia ristagna sulla corsa di Grezzano, nella bassa veronese. Mistero delle goccioline di vapore che avvolgono tutto quello che ci circonda. Riaffiorano i ricordi della Nebbia, complice delle nostre piccole trasgressioni giovanili.
Corro sì, ma con un senso di pesantezza che mi condanna a tribolare fin dalle prime falcate. Tento di scaricare la colpa alla serata teatrale di ieri: una mattonata da dimenticare.
Ma non é un problema di sonno arretrato visto che per tutto il primo tempo non ho aperto occhio.
Inutile forzare la pompa cardiaca, rallento e proseguo in corsia di emergenza, quella per i veicoli in panne.
Giornata grigia riscattata da un finale travolgente: vino rosso e bollito con la pearà.
Ah se le gambe girassero come le mascelle...

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domenica 27 novembre 2011

Tutto pagato

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- Fermati dala vecia de San Massimo e lasciami pagare il caffè che devo cambiare.
Nafta non oppone resistenza alla mia richiesta, pit stop e avanti tutta per Palazzolo di Sona.
Alla partenza mi ritrovo con gli occhiali da vista ancora stampati sul muso.
Odio correre con i binocoli.
- Te li riporto io in macchina, Brady. Tu intanto vai ad acquistare i biglietti per l'iscrizione alla corsa.
- Però, non ti facevo così gentile. A volte la vecchiaia addolcisce gli spigoli.
Al ritorno, dopo le fatiche podistiche, il Nafta insiste per un altro caffè e dirotta la MetanoPanda sulla strada per Villafranca.
Nafta ignora le mie rimostranze e prosegue senza voler ascoltare ragioni. Ora però tocca a me sfilarmi con magistrale disinvoltura dalla cassa. Cristo Santo, prima o dopo quest'uomo metterà pure mano al portamonete.
- Cazzo, mi sono dimenticato i soldi in macchina.
- Non preoccuparti Nafta, Villafranca é casa mia e nella mia casa tu sei un ospite. Non ti avrei mai permesso di pagarmi il caffè.
Ma vaffanculo penso mentre blatero questo enunciato di ipocrisia. E oggi quello si mangerà pure il pacco di tortellini freschi che regalavano a tutti gli iscritti. I MIEI tortellini!

Nel mezzo del racconto una corsa aspra, resa dura ed insidiosa dalle salite che non sopporto. Cuore a palla e ripetuti tratti al passo dove la pendenza diventa adatta più alle capre che ai cristiani.
Sole immenso tra colline d'autunno, fiumana di gente colorata.
Parole orecchiate scandiscono la nostra fatica.

Quattro passi fra le colline - Palazzolo di Sona. Km 14,91 - 1h32'47" - p. 6'13"/km - Molto impegnativo.
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domenica 20 novembre 2011

domenica 13 novembre 2011

Caminada in giro par la val

Nafta mi sorprende partendo al galoppo. Cerco di non mollare perché sono convinto che sia solo una strategia per riscaldarsi le gambe nude...e pensare che le sue mitiche braghe alla zuava sono custodite nel baule dei cimeli.
Salita interminabile, sempre più ripida. Mano a mano che scaliamo l'erta é come se le scarpe si incollassero al terreno. Ci ritroviamo al passo nel tratto più infame.
Ma é quando il suo respiro diventa un rantolo che un sorriso appare ad illuminarmi il volto.
Dopo la discesa ci addentriamo nel bosco.
Corriamo su un tappeto d'autunno calpestando le foglie ingiallite dal tempo.
Posso contare i raggi di sole, quelli che riescono ad aprirsi un varco nella natura.
In estrema sintesi non si vede un cazzo.
Dopo il ristoro del km sette aumento il ritmo perché é solo con l'esempio che posso ricordare al Nafta di essere il suo Capitano. Finale in oltraggioso crescendo per questi bellissimi e sterratissimi 12 k collinari.
Occhio al crono per godermi il distacco, ma il Nafta non vuole saperne di arrivare.
- Brady, sono qua.
- Ma da dove arrivi Nafta? Hai sbagliato percorso...
- L'ho capito tardi e solo quando il tipo davanti a me si é calato le braghe.
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domenica 6 novembre 2011

Gorgo incompatibile

Inclina la caraffa disponendo il vino rosso in un vorticoso moto circolare.
E non ha niente di melodico il glu-glu-glu che incanala il gorgo nel pozzo di San Patrizio. Sete implacabile quella di Madame Mangiafuoco.
Nel personale portafoglio delle qualità del Nafta, lo spazio destinato alla diplomazia é desolatamente vuoto. Il Nafta ne ha per tutti, per il mio vino che al terzo bicchiere considera indegno della sua tavola, per Mangiafuoco reo di esternare la noia scaccolandosi platealmente, per il sindaco, per la religione, per i governanti.
Con la conferma dell'incompatibilità tra riunioni conviviali del sabato sera e corse della domenica mattina, stamattina presto raccatto Fast Furia. Lungo l'interminabile argine dell'Adige ho l'impressione di correre con un paracadute attaccato al culo, tanto é forte il vento che ci soffia contro. Mi fa una rabbia vederlo correre così fluido e veloce che per vendicarmi ripenso a Mangiafuoco che, a caraffa ormai vuota, ieri sera lo scimmiottava con le braccia penzoloni.
Una pioggia battente ci accompagna nell'ultima mezzora dei 17 k della "Sgambetada tra i campi e l'Adese".
Concludo un pò sconsolato per il crono che non migliora ma contento e soddisfatto per un altro lungo che arricchisce il mio aerobico finale d'anno.
Certo che al tipo del parcheggio non manca l'inventiva...

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martedì 1 novembre 2011

Warming

Notte di fuoco. Peccato la colpa sia dello Warming.
Percuoto il bicipite femorale contratto, evitando di lesinare l'olio acquistato nel pomeriggio da Decathlon.
All'una e quaranta della notte scoprirò che la scritta Warming sull'etichetta rossa é una bomba ad orologeria.
Volano le lenzuola mentre spingo le gambe all'esterno alla ricerca di aria fresca. Non ho capito se si sia trattato di una reazione allergica o di un normale processo chimico innescato da sovradosaggio di olio. Fatto sta che alle 8.30 io e Freccia eravamo di nuovo in pista in quel di Rivignano per 16 k immersi nella natura.
Sul pennone stasera sventola bandiera bianca. Al centro l'icona di un prosciutto scancanato.
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lunedì 31 ottobre 2011

Unzione canforata

E’ profondamente innamorata di me.
Non si spiega in altro modo lo strato di cacao frapposto tra il caffè e la schiuma del latte. Perché c’è modo e modo di preparare un caffè macchiato e la Barista Preferita ha un solo Brady Preferito. 
Eppur resiste. Un mistero che la fisica della cedevolezza non riesce a spiegare mentre vacillano le certezze sul terzo principio dello sfinimento.
Cerco conforto nella fede mentre abbondo con l’olio canforato, estrema unzione nell’immediatezza della gara.
“Brady, com’ela? Che giro feto, quel curto?”
“Sorry? Ah ciao Ingegnere. Mi accontento dei 17 k, purtroppo oggi non c’è il giro lungo”.
Ecchecazzo, potrò pure far lo sborone qualche volta?!
Comincia così la corsa di Castel d’Azzano, un tutto piatto nel degrado della campagna veronese. L’alternativa era un misto ondulato sulle colline moreniche di Monzambano. Non ne sarebbe valsa la pena di allungare il tempo logistico per correre in un paese con l’identica deprecabile desinenza “ANO”.
Poco dopo lo start un muro umano impedisce di proseguire la cavalcata.
Qualche purosangue raglia mentre un signore si arrampica sul muretto blaterando di aver perso la moglie.
“CHE CULO” gli urla l’irrispettoso Ingegnere. Tutti ridono mentre rimaniamo fermi nell’attesa che ognuno di noi riesca a vincere l’ostruzionismo passivo del tornello che regola l’ingresso ai giardinetti comunali. Rallegramenti allo scienziato che ha tracciato il percorso.
La strada scorre veloce (licenza poetica), al punto che proiettando il tempo finale in funzione maratonina, maturo la consapevolezza che il muro delle due ore ha i giorni contati.
“Brady, chiamami domenica prossima che così corriamo insieme, mi trovi sulla rubrica telefonica”.
“Ok, mi ha fatto piacere correre in compagnia ed il confronto stimola la prestazione”.
Dopo un’ora e mezza di chiacchiere mica potevo dirgli che non mi ricordo più il suo nome…

domenica 16 ottobre 2011

Una medaglia di polenta

I sensori che vigilano sulla mia integrità fisica segnalano che fuori fa un freddo becco.
Pazzesco, d'un tratto sembra di essere a metà ottobre.
Riscaldamento a manetta e ricircolo, in fondo l'Indomita per portarmi a Mozzecane chiede solo due cose: un gallone di gasolio ed un stop and go per il caffè propiziatorio.
Barista Preferita, of course.
- Sei dimagrito Brady.
- E tu sei una villana.
Detesto essere preso per il culo alle 7:45 di domenica mattina.
All'ingresso dell'arena il fabbro sta coniando le preziose medaglie riservate ai finisher:


Il conio delle medaglie

Deglutisco ed a malincuore avvio il crono. Nel piattume tristemente asfaltato della campagna veronese spingo un rapportone che sospetto sia oltre le mie attuali possibilità. Mi incollo al culo di due veterani che riescono a gonfiare la vela del mio orgoglio. Al dodicesimo kilometro perdo la trebisonda, in fondo per arrivare al traguardo ne mancano soltanto due. Ingaggio un corpo a corpo con ogni runner che mi precede.
Negli ultimi metri riesco perfino a superare una creatura della scuola elementare.
Dopo un'ora e 18 minuti di corsa lo stomaco si chiude. Nell'immediato dopo gara noi atleti sentiamo solo l'esigenza di reintegrare i liquidi versati all'altare della fatica. Forse é per questo che facendomi strada a gomiti larghi mi dirigo dritto verso il fabbro:
- E metaghene de pocio che no son mia malà.

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lunedì 10 ottobre 2011

SprofondaMente

La tanto sbandierata fatica che incolla i piedi all'asfalto...non era lei che stavo cercando.
Ma l'idea di correre qualcosa di diverso dal lungo della Marcia delle Fragole di Raldon non mi ha mai nemmeno sfiorato.
Fiaccato nel corpo quanto vigoroso nello spirito. Indebolito, incatarrato ed incartapecorito.
Innanzi a me il mondo, dietro quelli che si strapegano.
Dentro di me il pozzo traboccante di incertezze.
- Biondo, non ti fermare ora. E' importante il defaticamento.
E' bastato l'orgoglio dell'ultimo dei diciassette kilometri di ieri mattina per guadagnare la stima di quel canuto veterano.
Mi trattengo al ristoro finale perché essenzialmente alle bionde preferisco le sfogliatine ripiene di crema.
Una tappa importante verso il ritorno alla prestazione.
L'allenamento scientifico domenica prossima mi porterà a correre il percorso lungo di Mozzecane.
Dovrò essere molto veloce per sperare di trovare al traguardo almeno tre piatti della tradizionale polenta e renga. 
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domenica 2 ottobre 2011

Gardaland Half Marathon

Quando rifiuto la navetta che da Gardaland ci porterà alla partenza di Borghetto tutti ridono.
Ho un'idea precisa in testa: correre alla rovescia, dall'arrivo alla partenza.
In fondo é l'unico modo per guardare negli occhi i miei avversari, compresi quei due keniani che non mi sembrano poi così veloci. A malincuore salgo sul pullman per un'altra giornata destinata a rimirare le centinaia di culi che mi sorpasseranno.
Inserisco subito le ridotte sulla prima disumana salita. Ecco fatto, questo é il mio riscaldamento.
A Monzambano seconda salita che spacca le gambe. Sono costretto ad uscire dalla trincea per non calpestare i cadaveri di coloro che non potranno raccontarla.
Non é finita, si sale anche per andare a Peschiera, ma oramai lo Space Vertigo é sempre più vicino.  Al kilometro venti entriamo nel parco divertimenti per l'ennesima, ultima, interminabile erta.
Chiudo i 21,38 km (Garmin docet) di una giornata memorabile in 2h01'10".
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sabato 17 settembre 2011

El Pantasso

- Ti sei fatto male?
Sono disteso sull'asfalto dopo una rotolata vergognosa. Fatale la buca sull'asfalto dell'ultimo kilometro. Gocce di sangue colano dalle  mani. El Pantasso si rialza.
Il concentrato di tecnologia Dual Sim Samsung é andato E pensare che l'avevo ritirato dalla  nursery di Media World appena venti giorni fa....praticamente un neonato.
- No, non mi sono fatto niente. In queste occasioni di solito si dice così.

I dieci kilometri della Marcia del Maggiolino sono uno strazio. Colpa del sole in faccia, del caldo insopportabile per questa stagione. Colpa delle cinque del pomeriggio.
Non ne voglio sapere di  mollare e non mollo. La testa ha ricominciato a fare il suo dovere.
Ora tocca alle gambe cercare di portare a spasso il culo più in fretta.
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domenica 11 settembre 2011

Perché la salita é contronatura...

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Brumm Brumm. Spettacolo il rombo dello scooter di mio figlio.
- Vai pure papà, visto che é tardi almeno non avrai problemi per il parcheggio.
In effetti le corse della domenica mattina smuovono migliaia di macchine ed almeno il doppio di culi.
- A proposito le chiavi della macchina?
Ecco, ho barattato una macchina attrezzata con serbatoio traboccante di oro nero con una motoretta secca incendiata. Prego Dio di avere almeno le gocce di benzina sufficienti per salire la rampa del garage.
Punto il lago ed alla rotonda di Lazise prima uscita, direzione nord. Perché quella curva in bicicletta l'ho fatta decine di volte. Sarà anche una manovra politicamente scorretta ma sempre a destra ho curvato.
Giunto a Cisano realizzo che se non ruoto centottanta a Pacengo non ci arriverò mai.
Start al crono con palese ritardo, runner ramingo e solitario alla ricerca delle certezze celate nel ventre del gregge. Sole velato da umidità fuori stagione, caldo che aumenta, testa che inciampa.

- Ehi, guarda che per il lungo devi andare di là.
L'uomo con la bandierina mi fissa negli occhi.
Forse perché sono l'unico che corre. Forse vuol farmi del male. Forse semplicemente perché gli sto sui coglioni.
Tutti i cristiani che mi circondano tirano dritto, giro da sette km.
- Ah grazie per avermi avvertito. Non ci fosse stato lei avrei sbagliato percorso.

Ma non poteva farsi i cazzi suoi?
Vista lago mentre si sale. Spettacolo. Cioè, bello il lago perché la salita fa schifo per definizione. La salita non l'ho mai digerita. La salita mi stronca. La salita é contronatura. Mica sarò una macchina da pista?
Cede la crapa al kilometro otto, converto al passo la pregiata valuta della corsa.
Poi alla spianata riprendo, mi ossigeno in discesa per svalutarmi di nuovo all'erta successiva.
Sussulto d'orgoglio mi coglie quando a superarmi sono due tipi con la polo in cotone. Vendico subito l'umiliazione inflitta al mio babydoll tecnico e ristabilisco la corretta gerarchia.
In un caldo atipico per un settembre inoltrato, chiudo sfinito, stravolto e stracotto questi quasi 15 km dal dislivello impegnativo. E la testa rincorre la prossima gara.
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lunedì 5 settembre 2011

Tre Otto Tre


- Siamo sotto ai cinque al kilometro. Brady, sicuro di non scoppiare?
Come avrei potuto non partire a manetta? La musica, le mani che scandivano il tempo, gli archi gonfiabili, i turisti che applaudivano, il percorso transennato, lo speaker che ululava nel microfono.
E quel pettorale in bella mostra sulla canottiera: 3-8-3. Finalmente!
Il circo della Gazzetta Run fa tappa a Jesolo e io ci sono. Io e Freccia per Dio!
Rallento, caldo e afa fuori scala. Si suda senza nessun irragionevole limite.
Nemmeno un ristoro, niente di niente in questi abbondanti 11 km. Ma chissenefrega.
- Vai BRADYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY
L'urlo di incitamento me lo faccio da solo e nemmeno con la voce perché sono troppo in affanno per sprecare il fiato. Dopo aver barcollato un pò nel tratto centrale della corsa, mi accodo ad un gruppetto alla ricerca di un finale glorioso. Freccia mi segue. Stasera il suo compito é quello di farmi da badante.
Allunghiamo ancora, ora il gruppetto siamo noi. Puntiamo el vecioto, un runner che al massimo avrà la nostra età. Il problema é che io mi sento in fase regressiva, praticamente sono al tempo della scuola media.
Ultimi cento metri. El vecioto è dietro e io sono troppo felice.


mercoledì 31 agosto 2011

La Volatona

Peccato per quella schiena provata dal tempo e dalla giovanile mancanza di rispetto.
Pochi potrebbero capire cosa passi nella testa di un atleta datato che pur di correre alla sagra del paese é disposto a farsi una bella siringata di Voltaren.
Io so solo che non voglio mancare.
Provo il riscaldamento. La schiena gracchia. Insisto.
Lo speaker scandisce i minuti che mancano allo start.
Sale l'adrenalina. Trenta gradi e non sentirli. Alle venti spaccate coraggiosi volontari rischiano di venire travolti dalla massa scatenata di runners eccitati. Che la corsa abbia inizio.
Parto a manetta, non sento dolore, non sento il caldo, non sento nemmeno gli sfottò di automobilisti prigionieri delle loro celle refrigerate.
L'estasi dura un kilometro, forse meno. Arde la gola mentre labbra divaricate rincorrono particelle di ossigeno.
Pit stop per rifornimento acqua. Pit stop per incrocio trafficato.
Il crono registra 31'24", dopo un finale in ragionevole progressione.
Togli il caldo afoso, togli quei cinque kili di IVA, togli che non mi alleno come vorrei.....
....Butèi, son massa forte!
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domenica 5 giugno 2011

Una corsa esentasse

Gennaio 1943. Mia mamma aveva 7 anni e le bombe cadevano come la grandine.
Certamente ero già presente nelle fantasie di una bambina che gioca a fare la mamma e quella volta, ne sono certo, fu l'ultima in cui corsi in due giorni consecutivi.
E finalmente ieri sera, per la serie la storia si ripete, ho inanellato una corsa da 12 k, dopo i 6 del giorno precedente. E, miracolo nel miracolo, a malapena ho messo dietro il Guerriero Risuscitato.
Merito dell'appuntamento serale di San Bonifacio: la Coalonga sotto le stelle.
Vabbé, l'analisi della corsa é spietata.
Non é stato un esercizio di quantità. Non è stato un impegno di qualità.
Come dire che non é stato nemmeno un allenamento, perché per definirsi tale la corsa deve lasciare una traccia nell'apparato cardiocircolatorio.
L'allenamento porta un beneficio. Se non c'é beneficio manca il valore aggiunto.
E se manca anche quello allora l'imposta non può essere applicata: ecco, quella di stasera é stata una corsa esentasse.
Però che soddisfazione la pastasciutta all'arrivo.......

Guerriero Risuscitato

Brady, due corse in due giorni. Riuscirà a rimettersi dritto?

Brady raddrizzato, merito del buono pastasciutta
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sabato 28 maggio 2011

Dead or Alive

Mastro Lanfree ha in mente il test dei sette minuti. Dietro alle sue spalle una vita di corsa.
Dietro alle mie il vuoto, ma quel che é peggio non riesco a scorgere nulla nemmeno volgendo lo sguardo all'orizzonte.
Per questo ho messo in scena il test Dead or Alive: se non riesci a correre 10 k in meno di sessanta minuti, allora sei un cadavere.

Alle otto della sera sono al via del 17° Giro de l'Adese. Quasi subito aggancio Paolo, maratoneta da 2h27' (correva l'anno 1987....). Sta camminando con la moglie, come è sua consolidata abitudine.
Forse legge il disprezzo che si fa largo nei miei pensieri (no se pol mia caminar.....), fatto sta che mi accompagnerà parlando incessantemente per tutta la corsa e, senza forzare minimamente, staccandomi come una merdaccia nel km finale. Fortuna che non corre da anni. Maledetto DNA.
Cedo nel finale, ma pur con pausa ristoro e fermo immagine a qualche incrocio, chiudo in 57'13''.
I'm not dead.
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