Ci sono anche quelli che per non farsi mancare niente praticano le tre specialità.
E poi ci sono io, triatleta potenziale, temporaneamente non praticante.
Non che voglia contraddire i dettami divini, ma come mi ha insegnato Max Formichina la domenica é il giorno da dedicare alla fatica.
Che sia una pedalata o una corsa a piedi poco importa, quello che conta, appena rientrati a casa, é sentire chiaramente la necessità di infilarsi sotto alle coperte.
L'annullamento della corsa prevista per stamattina mi costringe alla ricerca di un metodo sicuro per dissipare l'energia accumulata.
Freddo, neve, ghiaccio. Anche in considerazione di una sconfortante sessualità esausta, non trovo alternative alla palestra.
Dopo un'ora di spinning dove il cuore non vuole saperne di salire, trascuro la porta della doccia per appollaiarmi sul tapis roulant.
Simulo il famigerato T2, il tempo necessario per togliere il culo dalla sella, togliersi le scarpette da ciclista, infilarsi le gomme da running e rimettere in moto le leve verso il traguardo.
Eccheccazzo, sarò pur padrone delle mie gambe.
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