sabato 21 giugno 2014

L'insostenibile pesantezza del portiere

- Tu stai in porta.
Cominciava così, quarantacinque anni or sono, la mia improbabile carriera da portiere nel campetto sotto casa, l'unico fazzoletto di terra rimasto tra il palazzone dove abitavo e la "Casa Gialla".
Triste e solitario, come il Leopardiano volatile, scorrevano lenti i pomeriggi confinato tra due "marocoli" a delimitare l'improvvisata porta di calcio.
Quelli come me, tanta era la fretta di disfarsene, che sembrava avessero il fuoco nei piedi quando ricevevano il pallone dai compagni.
Quelli come me che avevano il destino segnato.
Ma la lista dei portieri comprendeva anche i lumaconi che nel transitorio compreso tra la necessità di correre e la messa in moto, vedevano l'avversario sfilarsi di venti metri.
Per carità, ieri sera la voglia di spegnere il televisore era almeno pari all'ansia provata appena un'ora prima per timore che il traffico mi facesse arrivare in ritardo all'appuntamento col fischio di inizio.
Eppure quel tastino rosso del telecomando non riuscivo a schiacciarlo.
Cercavo risposte. Cercavo un senso. Cercavo un perché.
E quella domanda che mi tormenta.....ma come cazzo é che Thiago Motta e Chiellini non sono finiti a fare il portiere?

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