"ALA SERA LE VECIE LE VAGA IN LETO" |
Mia zia si affaccia alla finestra, una vecchia casa che domina i giardinetti di San Zeno, tra il bar Centrale e l'allora Bar Sport. Avrò avuto otto, al massimo nove anni, ma già capivo che era tempo di correre a nascondermi all'ombra dell'albero più vicino.
Una di quelle sere afose che tormentano l'estate dei veronesi, il bello di quando si é bambini è che non si sbuffa mai, si gioca e basta. Mica potevamo perderci in lamenti e sacramenti.
La zia strepita dal balcone di finirla con gli stramazzi che manco riesce a sentire il televisore.
Cacini si alza dalla panchina, è lui il bullo indiscusso dei giardini. Alza lo sguardo alla finestra, catalizzando gli sguardi ammirati degli amici.
Quello del Cacini é un compito complicato: garantire l'onore della Piazza, senza per questo trascendere nell'offesa sacrilega. Perbacco, siamo a due passi dalla Chiesa del Santo Patrono.
"ALA SERA LE VECIE LE VAGA IN LETO".
La finestra si richiude frettolosamente e io finalmente posso riemergere dall'oblio alberato...
e gia buono che dalla finestra anon è volata una ciabatta....
RispondiEliminaMia zia non era una sprovveduta....stiamo parlando del Cacini
RispondiElimina