venerdì 7 agosto 2015

Cinque anni e quindici secondi

Max Formichina é davanti. Il suo compito è quello di salire regolare senza demolirmi mentalmente.
Il mio è quello di non perdere la ruota.
I quadricipiti sbuffano senza indugi fino al Confin, la prima metà della Pissarota. Quella veloce.
Subito dopo i pistoni si inceppano. Lo mollo per evitare di sbiellare, ovviamente non prima di averlo mandato affanculo.
Carogna.
Max Formichina comprende il mio dramma. Rallenta.
Male che vada creperei pedalando. Non é come morire con le unghie della concubina piantate nella schiena, ma sarebbe pur sempre una fine onorevole.
La pompa idraulica carica i polmoni a doppia mandata. Le ruote sono di nuovo appiccicate.
Stop al crono.
Quindici secondi sfasati in ritardo rispetto al mio record mondiale stabilito cinque anni or sono.
Sono stravolto al punto che mi manca perfino il fiato per imprecare.
Max Formichina mi consola raccontandomi la metafora degli assetati. Mima a gesti di prendere una bottiglia d'acqua dallo scaffale più alto.
Leggo la fatica sul suo viso. Un attore nato.
Perdere un chilo e mezzo per cancellare cinque anni e quindici maledetti secondi.
E se lo dice Max Formichina....

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