- Non sono certo di recuperare le energie spese nella lunga pedalata. Ho avuto anche un problemino di crampi. Facciamo così, se vengo domattina ti mando un sms prima delle 9.
E' l'alba quando una forte ondata di calore mi costringe ad alzarmi. Come un assatanato mi attacco al rubinetto. E' sempre così quando la cena della sera precedente viene accompagnata dal prezioso nettare che pregiati vitigni ci porgono generosi.
Ma non è quella la causa del caldo. La fonte termica è dentro di me.
E' un fuoco che arde solo in quelle rare domeniche mattina quando non ci sono acciacchi ad impedire il mio ormai noto "strascicar di piedi". La mia skoda mi sta portando a Rosegaferro, dove si correrà la tapasciata di oggi.
Perdonami Guerriero, la prima corsa insieme del 2010 è solo rimandata.
Ma la vita insegna che c'è sempre una prima volta.
Non era mai successo negli ultimi trentacinque anni che la freccia della skoda non si mostrasse nella sua lucente intermittenza davanti all'area di sosta dell'Autogrill.
Ma la vita insegna che c'è sempre una prima volta.
Entro in paese prima che il parroco si attacchi alle campane per rompere i maroni della gente con gli otto rituali botti. Eppure i tapascioni invadono le strade con largo anticipo sulla partenza ufficiale. Non si limitano ad occupare la corsia più a destra. No, vogliono per loro l'intera carreggiata e questa loro esuberanza per la prima volta mi provoca un senso di intolleranza.
Ma la vita insegna che c'è sempre una prima volta.
Start al crono e subito scelgo come punto di riferimento uno strumento a corde.
Capita che in queste occasioni emerga la mia vena artistica, stavolta mi sento ispirato da un pregiato mandolino sponsorizzato Tagicar Villafranca.
Non senza rimpianti lo affianco per poi superarlo, senza nemmeno avere il piacere di strimpellare un ritornello che poi "di te mi faccia ricordare...."
Al sesto chilometro mi fermo al ristoro per sorseggiare una bevanda calda e sgranocchiare l'aspra fettina di limone. Devo essere proprio fuori allenamento perché non sono certo un corridore che ama fermarsi ai box.
Ma la vita insegna che c'è sempre una prima volta.
Chiudo questi faticosissimi dieci chilometri in quasi cinquantanove minuti. Che tristezza...ma non ho tempo per deprimermi, al bancone servono gli gnocchi al pomodoro.
Solo qualche minuto ed arriva il bel mandolino incautamente lasciato dietro di me all'inizio della corsa. Ma che cazzo.....per pochi secondi di differenza avrei anche potuto adottare una tecnica attendista e meglio soddisfare il mio raffinato palato musicale.
Ma la vita insegna che ci sarà sempre una seconda occasione.
...
almeno tu hai corso!
RispondiEliminaLa corsa per essere definita tale deve prevedere un periodo di volo, nel quale i piedi non sono in contatto con il terreno.
RispondiEliminaDa questo punto di vista mi considero un podista atipico.
Il voler tanto strafare
RispondiEliminaprima o poi porta ad odiare,
ciò che da giovani si dovea fare,
ora si rischia qualcosa spaccare,
ne guffate o iella vorrei portare.
Ieri mio papà ha compiuto 81 anni.
RispondiEliminaPosso assicurare che se non nel fisico, nello spirito è sicuramente più giovanile di Barbasa.
Auguroni a Vittorio, quercia d'altri tempi.
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